Sulla vicenda della nomina del nuovo Comandante dei Vigili Urbani di Pesaro, più che le valutazioni tecniche sulla correttezza della scelta operativa, mi soffermerei sulla linea politica intrapresa e sulla sensazione che possa essere stato un atto di forza. Ritengo che, per l’eccezionalità del caso, per le situazioni di bilancio e logistiche del comando di Polizia Municipale di Pesaro, un passaggio in Aula, oppure almeno in Commissioni Congiunte, fosse un atto dovuto. Nessuno vuole mettere in dubbio l’autonomia del Sindaco o della Giunta, ma questa nomina è qualcosa di diverso. C’è un’evidente forzatura politica nelle alte sfere del Pd che è in contrasto con la politica di rigore che l’Amministrazione Comunale ha intrapreso nella razionalizzazione dei costi, soprattutto quelli legati al personale e agli incarichi dirigenziali. Tutti gli indirizzi legislativi vanno nella direzione della massima razionalizzazione; addirittura si è posto un limite dell’8-10% per gli incarichi dirigenziali a tempo determinato rispetto alla pianta organica dei dirigenti; anche in questo caso il Comune di Pesaro è sicuro di non aver sforato questo tetto? Quindi ritengo che le modalità dell’indirizzo politico della scelta di un Comandante a “cottimo”, con un emunemento da brivido, visto i tempi che corrono, è quanto mai una forzatura e un’imposizione esterna. La prova di quello che affermo è che all’interno del nostro corpo di Polizia Municipale ci sono le personalità con requisiti, competenze ed esperienza acquisita, per poter svolgere questo incarico, con notevoli risparmi anche in termini di compensi. Quindi qualcuno dovrà spiegare la logica di questa scelta che non è né funzionale all’incarico da svolgere, né, tanto meno, economico; in qualità di Presidente di Commissione Bilancio e Patrimonio dovrò chiedere un’audizione al Sindaco.
Ultimo aggiornamento : 11-12-2010 17:01
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